giovedì, aprile 19, 2007

L'uomo che guardava cadere gli operai

Leggete, è simpatico, ma al contempo inquietante.
Io sto in finestra e guardo gli operai che precipitano. Ogni tanto ne casca uno. Mi piace vedere la gente che muore sul lavoro mentre io sto tranquillo a casa. Mia moglie invece non è interessata. Lei è di sinistra, a lei piace la politica e si guarda sempre i programmi del canale satellitare del parlamento. A quest’ora fanno una trasmissione condotta dal ministro degli Esteri dove si insegnano le parolacce straniere. Oggi dicono porcate in francese. Io non sono interessato perché le parolacce in francese sembrano sempre un po’ sdolcinate.

Se mandi a quel paese qualcuno non puoi farlo con la erre moscia,

e quelle parolette tronche che finiscono sempre con l’accento sull’ultima sillaba mi sembrano poco credibili.

Se devo mandare a cagare un francese preferisco farlo a gesti.

Mi arrangio col dito medio.

Questo programma del ministro degli esteri mi piace solo quando bestemmiano in turco.

Ma comunque io non mi interesso di politica, infatti non dico le parolacce.

Io sto in finestra e guardo gli operai che precipitano.

Una volta i morti sul lavoro finivano sui giornali, la gente leggeva quelle liste di nomi di morti e si indignava.

Fortunatamente adesso i giornali non esistono più e la gente vive tranquilla.

C’è solo la televisione satellitare del Parlamento.

Io non mi interesso di politica. La guardo solo quando c’è il programma del ministro del lavoro.

Fa vedere i migliori morti della settimana al rallentatore.

Mia moglie dice che alla fine della trasmissione il ministro distribuisce i gratta e vinci ai parenti delle vittime.

O forse da i numeri del lotto, delle giocate, terni secchi... qualcosa del genere

Ma io non vedo quella trasmissione fino alla fine e non saprei dire con precisione.

Io non mi interesso di politica e infatti io non ci capisco di lotterie.

Io preferisco i videotelefoni. Sto in finestra e quando un operaio precipita lo riprendo col cellulare.

Sono riprese amatoriali che scambio su internet.

Oggi in cambio di un rumeno che si infilza sulla sbarra di un cancello mi hanno mandato due minatori cinesi intossicati.

Mi sono fatto una bella collezione di manutentori inghiottiti da turbine, manovratori precipitati dalle gru o schiacciati dal carroponte.

Mi piace vedere la gente che muore sul lavoro mentre me ne sto seduto in mutande sulla mia poltrona ergonomica.

Io abito qui e non mi posso permettere di andare in giro per il mondo a vedere operai che muoiono in altre nazioni.

Meno male che c’è internet.

Io sto in finestra e guardo gli operai che precipitano.

Ho questa passione e appena posso torno a guardare dalla finestra.

Oggi è una giornata fiacca. Sono morti solo cinque o sei muratori.

Invece ieri ne ho visti precipitare almeno due dozzine.

Era un luna park, tutto il condominio faceva il tifo dalla finestra.

Persino mia moglie si è affacciata a vedere il disastro.

Eppure in televisione sul canale satellitare del parlamento il sabato fanno la gara di rutti.

Io non la vedo perché a me non interessa la politica.

Il mese scorso per poco non cascava il governo perché si è scoperto che il presidente del consiglio rutta in play back.

Poi per il bene della nazione hanno cambiato la legge.

Adesso il portavoce può ruttare al posto del premier.

Io non mi interesso di politica e infatti io non ci capisco di rutti.

Mi appassiona solo quando fanno la gara di puzze al senato perché lì le maggioranze sono risicate e contano soprattutto le performance dei senatori a vita.

Io sto in finestra e guardo gli operai che precipitano.

La maggior parte dei muratori lavora al nero, ma appena qualcuno s’ammazza... il padrone lo deve assumere.

Ogni anno muoiono migliaia di persone sul lavoro.

Con l’assunzione di tutti questi morti il governo sta combattendo la disoccupazione.

Ci sta più gente assunta regolarmente sottoterra nei cimiteri che in fabbrica.

Io sto in finestra e guardo gli operai che precipitano.

I morti sul lavoro sono diventati un'attrazione.

Si fanno pure viaggi organizzati in tutto il mondo per andare a vedere operai lanciati dalle impalcature o gettati sotto pale meccaniche. C’è gente che se ne va in giro per il mondo a fare i safari nelle miniere cinesi, nelle piantagioni afgane dove c'è gente che muore.

Certi se ne vanno in crociera a largo delle coste pugliesi e siciliane per vedere gi extracomunitari affogare prima ancora di arrivare nei cantieri dove si faranno ammazzare lavorando sottopagati al nero come manovali.

Ma così è troppo facile.

Dopo un po’ fai l’indigestione.

È come andare a caccia al giardino zoologico.

Io non sono uno sciacallo.

Io c’ho una morale.

Io sono una persona onesta.

E poi con tutta la gente che muore di lavoro in Italia basta avere un po’ di pazienza.

Basta mettersi davanti alla finestra e dopo un po’ un operaio precipita.



Il testo è tratto da «Inchiesta da seduto» andata in onda domenica sera a «Parla con me» su Rai Tre

Il tutto a sua volta tratto da "l'Unità" del 17/04/2007.

Ciao ed alla prossima

domenica, aprile 01, 2007

Il Testamento




Se state leggendo queste memorie vuol dire che io sono morto. Poco male, so che non mi rimpiangerete molto a lungo, ma ora siete qui a sentire il mio testamento. Lo sapete che non sono per nulla creativo, per questo vi lascio il testo di una canzone di De Andrè, che si chiama per l'appunto "il testamento"

'Quando la morte mi chiamerà,
forse, qualcuno protesterà,
dopo aver letto nel testamento
quel che gli lascio in eredità
non maleditemi, non serve a niente
tanto all'inferno ci sarò già

Ai protettori delle battone
lascio un impiego da ragioniere
perché provetti nel loro mestiere
rendano edotta la popolazione
ad ogni fine di settimana
sopra la rendita di una puttana

Voglio lasciare a Biancamaria
che se ne sfrega della decenza,
un attestato di benemerenza
che al matrimonio le spiani la via
con tanti auguri per chi c'è caduto
di conservarsi felice e cornuto

Sorella Morte lasciami il tempo
di terminare il mio testamento
lasciami il tempo di salutare
di riverire di ringraziare
tutti gli artefici del girotondo
intorno al letto di un moribondo

Signor Becchino mi ascolti un poco
il suo lavoro a tutti non piace
non lo considerano tanto un bel gioco
coprir di terra chi riposa in pace
ed è per questo che io mi onoro
nel consegnare le la vanga d'oro

Per quella candida vecchia Contessa
che non si muove più dal mio letto
per estirparmi l'insana promessa
di riservarle i miei numeri al lotto
non vedo l'ora di andar fra i dannati
per riferirglieli tutti sbagliati

Quando la morte mi chiederà
di restituirle la libertà
forse una lacrima forse una sola
sulla mia tomba si spenderà
forse un sorriso forse uno solo
dal mio ricordo germoglierà

Se dalla carne mia già corrosa
dove il mio cuore ha battuto il tempo
dovesse nascere un giorno una rosa
la do alla donna che mi offrì il suo pianto
per ogni palpito del suo cuore
le rendo un petalo rosso d'amore

A te che fosti la più contesa
la cortigiana che non si dà a tutti
ed ora all'angolo di quella chiesa
offri le immagini ai belli ed ai brutti
lascio le note di questa canzone
canto il dolore della tua illusione
a te che sei per tirare avanti
costretta a vendere Cristo e i santi

Quando la morte mi chiamerà
nessuno al mondo si accorgerà
che un uomo è morto senza parlare
senza sapere la verità
che un uomo è morto senza pregare
fuggendo il peso della pietà

Cari fratelli dell'altra sponda
cantammo in coro giù sulla terra
amammo in cento l'identica donna
partimmo in mille per la stessa guerra
questo ricordo non vi consoli
quando si muore, si muore soli
questo ricordo non vi consoli
quando si muore si muore soli'

E poi aggiungo una strofa io stesso, perdonatemi, ma non sono capace di scrivere in rima. A buon intenditor poche parole.

Alla tribù delle cozze-bigotte
lascio la foto di un bell'altare,
perchè loro san sempre cosa fare,
al di là del bene e del male,
perchè loro han sempre ragione,
non importa l'altrui opinione,
perchè loro han sempre ragione,
non importa l'altrui opinione.

Ed ora un ultimo paio di cose.
Lascio in eredità ai miei veri amici, quelli che anche se non vedo da tempo immemore continuano a rimanermi vicini, quelli che se talvolta non sto con loro non fingono di essersi offesi, quelli che se devono criticarmi sanno criticarmi e soprattutto sanno farlo con me, beh, insomma, lascio loro il mio blog, se vogliono possono leggerlo, distruggerlo, possono aggiungerci qualcosa su, possono magari anche pubblicare questo mio testamento. Lascio inoltre loro tutti i miei libri, e sceglieranno loro come spartirli, sapendo che quelli che io preferisco sono quelli di meditazione, quelli mistici, quelli di indagine delle religioni.

Poi, più in particolare, lascio a Marianna un cagnolino che prima stava a via S.Croce e che ci fece passare un inferno, lascio a Margi il bacio che non le ho mai dato (dai, non ci voleva 'a zingara per capire che mi è piaciuta molto per un periodo) e lascio a Dazio il manuale dell'Anticristo:come diventare Papa e demolire la Chiesa.
Poi se vi avanza qualche cosa fate voi perchè non ho molta voglia di continuare...