sabato, ottobre 14, 2006

Il comunismo: un vizio di famiglia.


E rieccomi dopo tanto tempo: è veramente difficile mettere mano al blog in questo periodo, perchè non sono il tipo da preparare un articolo in più puntate e poi metterlo assieme; mi serve almeno un'oretta di tranquillità in cui scrivere tutto quello che mi viene per la mente, e durante la settimana, tra musica, letture e televisione, non riesco a cavare la situazione propizia ad un momento di scrittura creativa.

Così, quando trovo un po' di tempo mi va di scrivere su questo pseudo-diario e mi vengono in mente talmente tante cose da scrivere che sopraggiunge ben presto l'imbarazzo della scelta, e puntualmente finisco per scrivere dell'argomento più cretino fra quelli che mi erano balenati per la mente.
Ad esempio, in questo mio intervento avrei potuto parlare di intercettazioni telefoniche ed "elettropostali" che sono incredibilmente di nuovo in auge in questo periodo, potrei parlare del fatto non troppo sorprendente che un terzo statistico dei nostri deputati fa uso di sostanze stupefacenti, marja e coca, non molto grave la prima, gravissima la seconda, potrei parlare del fatto che il "superlaico" Pier Ferdinando abbia proposto un "antidoping" per i parlamentari,
potrei dirvi che mi sto inziando a preoccupare per un fenomeno piuttosto inquietante noto col nome di "disturbo post-traumatico da stress" (DPTS), e sono sicuro che vi starete chiedendo in coro "e che cosa è?", ebbene non vi risponderò (o almeno non ancora), se volete info cercate su google :-D .
Poi mi sono ricordato che ieri mattina sono entrato nella chiesa del Rosario ad Avellino, seppur per 3 secondi e devo essere sincero nel dirvi che mi ha fatto un certo effetto: non entro in chiesa convinto che possa giovarmi da un po' di tempo ormai e questo mi ha fatto riflettere sul sistema di valori (o se preferite di non-valori) che il mio io si è generato e che sono in parte imputabili alla società ed in parte alla mia insaziabile arroganza che mi costringe a non adattarmi a sovrastrutture prestabilite, portandomi a crearmene di nuove. Quale è stato il risultato di questa riflessione? Il risultato è che ho capito che biBAni è un comunista sui generis ed al contempo un cristiano sui generis. Allora mi son detto: perchè non trovare una correlazione fra le due cose ed esprimere, seppur con tutti i limiti delle mie conoscenze nei due ambiti, il tutto con qualche idea basilare che potesse fungere da emblema delle mie convinzioni?
Colgo l'occasione per ricordarvi che tempo addietro, se non erro a fine febbraio, ho scritto un intervento dal titolo "Dio è comunista" che vi diceva un qualcosa di molto vago riguardo alle mie idee e che il presente intervento vuole porsi in un certo qual modo come una sorta di continuazione del precedente.
Il titolo recita "Il comunismo: un vizio di famiglia", non è naturalmente riferito alla mia di famiglia, ma a quella della Santissima Trinità, di fatti, se Dio è un comunista, nel caso di Gesù la mela non è caduta lontano dall'albero, anzi, sembra essersi assestata proprio fra le sue radici.
Innanzitutto chiedeva a chi voleva seguirlo di mettere tutti i propri averi a disposizione dei poveri, ed anche se questo in realtà potrebbe sembrare pauperismo, in realtà non lo è, anzi è comunismo nel senso letterale della parola. Gran parte dei proseliti di Gesù erano poveri, ed a chi se non a loro spettava parte dei beni condivisi dal ricco che decideva di unirsi alla congrega? Perchè poi, ovunque andava, il possidente di turno si dava da fare per organizzare pubblici banchetti e dava da mangiare oltre che al maestro ed ai dodici, anche a tutti i poveracci che si trovavano con loro?
Inoltre un episodio emblematico è quello del Cristo nel tempio che si fa sopraffare dalla rabbia e capovolge tutti i banconi dei venditori lì presenti fa una frusta con delle corde e dice :"Togliete questa roba! Non trasformate in mercato la casa di mio Padre!". Bene, questo episodio può essere manipolato come si vuole, ma io vorrei cercare un significato che non si pieghi alla mia idea per confermarla, ma possa essere quanto più possibile oggettivo. Leggendo quel passo del Vangelo ci si rende conto che Gesù non voleva che ci fossero i cambiavalute nella casa del Signore, ma soprattutto non voleva che ci fosse gente che vendesse agnelli per il sacrificio pasquale. Perchè questo? Per un impeto animalistico? oppure perchè si opponeva alla logica della religione come setta, come organo riservato ad una ristretta elìte? La logica che poteva tener campo all'epoca era quella che soltanto se ti potevi permettere l'agnello sacrificale potevi espiare i peccati da te compiuti in quell'anno. Il povero non aveva dunque diritto a poter "salvare la sua anima" se non grazie ad ingenti sacrifici economici, o paradossalmente ad un furto. Inoltre quel "mercato" poteva non essere riferito al tempio come edificio, ma all'ordine sacerdotale della Palestina del tempo: ognuno infatti doveva pagare ogni anno una tassa piuttosto elevata al tempio come supporto alla religione pubblica; non poteva riferirsi anche a questo Gesù? Non poteva volere che non ci fossero disparità tra il ricco ed il povero e che soprattutto non esistessero classi privilegiate come quella del clero? Va beh, non ci sarà mai una risposta a queste domande e poi, io mi ostinerò a dirlo fino alla raucedine, io sono solo un diciottenne che frequenta il quinto anno di liceo scientifico, non di certo un laureato in teologia, quindi questi quesiti potranno sembrare banali a chi ne sa più di me, ma non posso esimermi dal far notare che questa parte dell'insegnamento del Gesù "comunista" è stata deliberatamente ignorata dalla Chiesa che doveva essere portatrice del suo messaggio.
Volendo continuare a citare fonti canoniche poichè sono accettate dalla gran parte dei lettori di questo blog, mi viene in mente un passo molto bello del Vangelo di Matteo che si scaglia contro la frenesia del mondo dell'epoca (a maggior ragione a quella del nostro mondo) e può anche essere vista in ottica "proto-comunista", poichè invoglia l'uomo a non affannarsi più del necessario (se vogliamo a non generare pluslavoro) e a non diventare servo del lavoro stesso, a non alienarsi, a non diventare un automa, un servo della macchina. Io ve lo cito, poi ognuno ci può trovare quel che vuole. Vi invito però, come ho già avuto modo di dire in una precedente occasione, a non leggere troppo strettamente i riferimenti a Dio come divina provvidenza, poichè sono cose aggiunte molto probabilmente dagli evangelisti per rendere il messaggio più appetibile alle masse.
"Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? 26Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? 27E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora sola alla sua vita? 28E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. 29Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. 30Ora se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? 31Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?"
"la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito?", diventare servi della macchina significa RINUNCIARE alla propria vita.
Mamma mia quanti spunti di riflessione... avrò detto anche una quantità inaudita di baggianate, ma alcune questioni che ho posto possono essere senza dubbio approfondite.
Non credo di essere riuscito a convincervi che Gesù era un "proto-comunista", ma almeno ho cercato di mettere in correlazione due delle persone su cui si fondano i miei ideali di vita: Marx e Gesù detto il Cristo. Ne approfitto anche per rimandarvi ad una lettura leggera ed interessante (ci vogliono 2-3 minuti per terminarla) ed è il Vangelo di Tommaso il Doppio, che potete trovare qui.

E poi vi lancio una sfida: se siete arrivati fino alla fine vuol dire che eravate interessati, quindi vi chiedo non solo cosa ne pensate di quel che ho scritto, ma se avete qualche idea per completarlo o per confutarlo. So che sarà una sfida fallimentare, perchè è un argomento troppo serio per essere trattato così, però, non si può mai sapere.
Vi lascio dicendovi che forse il prossimo intervento sarà su come sarebbe andato il Nuovo Testamento se Gesù fosse nato oggi, nel 2006.